Il racconto su Avatar è nato da un gioco che ho proposto. Un difetto del film, secondo me, è proprio quello di portare il protagonista a schierarsi contro la sua specie. E se invece avesse detto la verità in tempo? Se avesse trovato il modo di mediare tra le due razze, come fa sempre il capitano Archer dell'Enterprise? Il gioco sul forum continua, ma per il momento ho esaurito la mia vena artistica... E così, questo è ciò che ho scritto fin'ora :)

What if.. ? ** E se...?


Mi sono svegliato in un mondo blu... il cielo era blu e tutti gli alberi della foresta attorno a me era blu... e tu eri semplicemente vicino a me, tu con la tua pelle blu... ho pensato di essere in paradiso.

All'inizio sembrava davvero semplice. Dovevo solo andare dai na'vi e mangiare il loro cibo, come fanno nei documentari sugli aborigeni. Poi mi sarei inventato un pericolo a loro ignoto, ma ovvio per noi gente del cielo e ci avrebbero creduto, li avrei convinti a spostarsi... e 
avrei avuto di nuovo le mie gambe... ed avrei guardato a testa alta tutti altri, finalmente. Non sopporto più di dormire con il torcicollo!!

... si, certo. Ma a chi voglio darla a bere? Tra il generale e la scienziata, non avevo assolutamente capito cosa fossero. E non sono stupidi i na'vi, sono evoluti. Questo nessuno me l'ha detto. Più evoluti di noi, forse. Qui c'è un'aria di fiducia reciproca che forse ho respirato solo nella mia prima infanzia.. e questa terra... chi la conosce meglio di loro? Loro sanno che è sicura. Non posso mandarli via.. e poi.. lei... come posso guardarla negli occhi e mentirle? Ora lei conosce la mia essenza, può immaginare come mi comporterò. Saprà se non sono sincero. . Sempre Jake che pensa. 




Cambio scena(Norm)

Sentii un lamento provenire dai corpi dormienti, era Grace. Controllai subito, preoccupato, che i valori fossero ottimali.

Tutto apposto.

Chissà che cos'era successo....

"Ancora a sognare ad occhi aperti?" - Mi chiese Trudy
"Già e allora?!" - Risposi.
"Davvero preferisci un mondo blu? Guardati attorno.. siamo gli unici su Pandora ad essere liberi da ogni cosa. Al mio capo sta antipatico il Quaricth, ci lascia liberi di fare quel che vogliamo.. ha nostalgia di casa.. e Grace non mi sembra un cattivo capo. Fossi in te me la godrei..."
"Tu non capisci la magia di questo posto, stai zitta."
"No! Ti sbagli.. non capisco perchè sei così triste, sembri ossessionato. Io.. sono sicura che tu sei diverso. Non sei una persona invidiosa, perchè.. come mai continui a guardare male Jake?"
"Non lo guardo male."
"Si. Ce ne siamo accorti tutti!"
"Devo controllare i suoi valori, a proposito."
"Dovresti controllare il tuo umore., mi ricordo appena sei arrivato.. Pandora ti faceva sognare.. proprio perchè ora siamo su Pandora e la via del sogno è stata aperta, dovresti essere felice. Invece sei solo... invidioso ed egoista." - Disse andandosene.

Effettivamente era vero.. cosa gli era successo? Pandora lo aveva assorbito, studiare non era stato difficile, ma piuttosto un'interessante lettura. L'avevano scelto proprio per il suo entusiasmo, gli avevano persino detto, visto il numero di soldati che chiedeva di tornare a casa. 

Restò a pensare a ciò che Jake aveva raccontato. Lui era come un foglio bianco. 



Cambio scena:
Il colonnello colpì il suo avversario sotto il naso, spaccandogli le labbra. 

"Avanti, ragazzo. In piedi! I na'vi non hanno pietà." "... E nemmeno io." 

C'era qualcosa nel colonnello, un odio atroce ed accecante. La rabbia gli scombussolava le viscere ogni trenta secondi, ma obbligava i suoi uomini a combattere corpo a corpo con lui una volta alla settimana. I poveretti ormai si erano inventati di tutto, dalla boxe al kung-fu.. eppure il generale restava sempre in piedi. Sembrava indistruttibile.

"Coraggio soldato, fatti avanti." - Disse scrioccandosi le dita.

Un altro soldato si fece avanti, gigante per l'altezza, possente per la corporatura. Sorrise al colonnello, lui poteva batterlo. O così pensava.

"Ah, sei quello nuovo? Dicono che giochi sporco."
"Questo lo dicono i perdenti..."
"Mi piace. Fatti sotto."

Il colosso non fece niente, lasciò all'avversario la prima mossa... ed il colonnello capì che doveva aver steso molti uomini, ma decise ugualmente di continuare. Nessuno l'aveva mai sconfitto, nessun umano, per l'esattezza. Chi poteva mai essere quel soldato per sconfiggerlo?

Iniziarono a fronteggiarsi come due pugili. Il gigante era veloce, ma il colonnello per ogni colpo che incassava, ne restituiva due. Poi il gigante giocò sporco.

"Quel na'vi era proprio un morto di fame, se ha sprecato le sue frecce per un umano rinsecchito e non per della grassa selvaggina.." - Disse, lasciando intuire che il colonnello non era un buon soldato, se si era lasciato colpire dalla freccia tremante di chi soffre la fame.

Il colonnello perse la calma, colpì troppo in fretta ed il gigante lo fece finire al tappeto. In fondo era un uomo d'azione, non era preparato agli attacchi psicologici.

"Bene soldato.. ti voglio nel mio protone." - Disse il colonnello stupito dal gesto.
Il gigante però continuò a parlare in modo arrogante - "Ah.. un'offerta dal colonnello imbattuto, quello che non perde mai! Se sulla Terra sapessero che persino un cadetto ha più esperienza.."

Quartich allora perse la pazienza. Anche se non sembrava, lui non perdeva mai l'autocontrollo. Aveva appena offerto qualcosa di inaudito ed era solo stato sbeffeggiato ed umiliato... ed ora quel che sarebbe capitato al soldato, era solo affar suo.

Si rimise in piedi.

"Il combattimento è finito." - Disse l'avversario.
"Il combattimento finisce quando lo dico io, soldato e non è finito."

L'avversario iniziò a spaventarsi.. negli occhi del colonnello c'era una luce strana.

Si rimisero in posizione, ma dopo i pugni iniziali, il colonnello girò il braccio del soldato sino a spezzarlo. Le sue urla si persero presto in gemiti e lacrime.

"I na'vi non sono cannibali e non mangiano gli uomini, soldato. Prima di venire su Pandora non hai studiato la scheda sui na'vi?"

Gli altri soldati assistettero ammutoliti.

"Nessuno mi ha mai sconfitto, nessun uomo. Il na'vi che mi ha fatto questa ferita è ancora vivo solo perchè i pelleblu sono tutti uguali e per tanto così, si fa prima a sterminarli tutti."

Poi si voltò verso gli altri. "Che fate lì? Sull'attenti! Portate il cadetto in infermeria ed appena guarisce, lo voglio su un volo diretto verso la Terra. Su Pandora non c'è spazio per gli arrivisti e per chi appena può ti pugnala alle spalle."


Era notte fonda e Quartich restò a fissare lo schermo del suo computer a lungo. 

Nessuna risposta. Nessuna risposta nemmeno oggi, nè ieri, nè l'altro ieri... non ricordava neppure quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che l'aveva sentita.
..perchè un tempo lei si faceva sentire spesso. Sì, c'era stato un tempo in cui lei gli parlava... della sua vita, dei sogni, degli impegni ed i pensieri. Poi, aveva iniziato a non parlare più di niente, a voler solo ascoltare.. ed adesso tutto ciò che restava di lei era il silenzio.
Perchè?

Quartich sapeva di non essere una persona perfetta, nè la dolcezza era tra le sue doti.. ma perchè a distanza di anni luce, lei non trovava ancora il coraggio di dirgli cosa era successo? Andava bene qualsiasi cosa... purchè sapesse che fosse viva.

La Terra era pericolosa, anche Pandora lo era.. ma la Terra poteva ucciderti con lo smog o con un proiettile. La vita media si aggirava intorno ad i trent'anni.

Un rimescolio all'altezza dello stomaco distrasse Quartich dai suoi pensieri.

Perchè doveva esserle successo qualcosa per forza? Non poteva semplicemente essersi stancata di cliccare tasti dietro ad una tastiera?!

Il portatile finì per terra... con lo schermo distrutto.

Che aspettasse tutto il tempo che vuole, pensò e poi disse ad alta voce, quasi fosse una promessa "Chiederò ad un vecchio amico dell'FBI di dirmi che cosa stai facendo ed al tuo posto, io spererei che qui su Pandora io ci rimetta le penne!" 


Pufff...! Questa era bella. Improvvisamente la posta del colonnello venne intasata. Ricevette pure una comunicazione dal suo superiore, che lo pregava di non infrangere il regolamento (questa è una missione interplanetaria pacifica: mai interrompere i contatti a meno che non ci sia un motivo inevitabile) e lasciava sott'intendere un "non vogliamo paparazzi tra i piedi."

Lo stomaco del colonnello cedette. La sua mente era più silenziosa di uno di quei bellissimi deserti che tanto amava.

Ah.. ricordò vagamente... ha diritto ad una quota mensile del mio stipendio.

Un barlume di lucidità.

Se avesse coinvolto la stampa, sarei stato licenziato.

.. il ritorno della grinta, finalmente?

Lesse quelle parole... le rilesse più volte. Cosa mai erano le parole? Erano vere o false? Sincere o interessate? Fosse esistito un modo per eliminarle, per capire l'intento dell'altra persona.

Notò con irritazione, che la donna non aveva aspettato la fine del mese per chiamare il suo posto di lavoro.. nonostante lo avesse scritto nero su bianco.

La Terra. Lo smog, il caos, gli attentati, la freddezza delle persone. La Terra... ormai era solo un ricordo sbiadito. Stava bene, lì.. su Pandora. Poteva uccidere chiunque, purchè non ci fossero testimoni. Si toccò la cicatrice sulla faccia... ma erano veloci, quelli là. Non morivano facilmente. Gli piaceva stare lì... ad ammazzare la gente. Sulla Terra non si poteva uccidere nessuno, almeno non senza ritorsioni. Qui no, qui gli ometti blu erano pacifici. Non attaccavano, se non li attaccavi.

Guardò fuori dalla finestra. Ciò che era stata quella donna, non lo ricordava più bene. Troppa confusione.. la sua famiglia e la sua non famiglia, i suoi amici ed i suoi non amici, i suoi progetti a lungo termine ed il suo disprezzo, le sue parole e le sue controparole. L'aveva anche sposata, alla fine e non aveva mai ricevuto un ringraziamento, solo critiche su critiche. Da lei. Da tutti.

Era giovane allora, aveva ancora del tenero. Era sempre stato una persona pratica, ma all'epoca subiva il fascino delle illusioni... e forse anche adesso, non era forse un'illusione questo mondo blu? Il blu è il colore del cielo. Sulla Terra non esiste niente di blu. Il blu è proibito, anche se tutti ne parlano.

Per questo odiava Pandora. Odiava ed amava Pandora. Era irreale, era illogico.. eppure era più reale di quel mondo grigio e verde in cui era cresciuto. Gli ometti blu erano piu' reali di lei e persino meno pericolosi. 

Non si può sparare ai propri pensieri... e gli piaceva stare lì, in pace. Non c'era nulla da capire a Pandora, il vuoto assoluto.

... poi un sorriso sarcastico gli si dipinse sul volto. Il suo stomaco ebbe un palpito di vita.

"Non mi sembra che tu sia venuta qui, carissima... ci sono così poche infermiere qui, che accetterebbero persino un disabile..." e tacque, pensando alla falsità di chi ti ritorce contro i tuoi stessi pensieri.. ed a quel tizio insopportabile, quell'idiota che giocava ad Avatar.. Jake. L'avevano accettato solo per i suoi geni.

Dopodichè distrusse la scrivania col taglio della mano. Se pure un disabile lo faceva, perchè lei no???

Il solito vice si avvicinò alla porta, per nulla preoccupato.

"Problemi?"
"No, stavo facendo un po' di esercizio. Ho ordinato una scrivania in metallo tre mesi fa.. perchè mi portate sempre questa in legno?!!"
"Ordini dello psicologo, il legno ricorda la Terra. Questa è come una colonia extramondo, non tutti possono viverci senza impazzire."
"Ah si? E perchè lo psicologo non vieta anche i discorsi sulla fantascienza?!?!"
"Guardi che pure io ho divorziato da mia moglie. Questo posto fa schifo a tutti, ma deve prenderla con filosofia. Il blu è rilassante."
"....... lei è uno di quelli che non ha passato il test psicologico e che è stato accettato lo stesso, vero?"






XD questo personaggio è troppo comico, mi sa che lo bistratterò sempre XD anche se, esistesse realmente.. sarebbe veramente un problema O_O 




Basta.

Prese il telefono e chiese di Jake.

Lo fecero aspettare dieci minuti.

Poi un quarto d'ora.

Poi gli dissero che Jake rispondeva al telefono solo per le questioni importanti.

La sua missione da spia non era importante, forse?!!!

Cercarono di spiegargli che non c'era modo di interrompere l'operazione, che altrimenti si potevano rischiare danni cerebrali... bla bla.

Jake aveva dato la sua parola e non l'aveva mantenuta.
Si era fidato di lui.
L'aveva privilegiato.
Aveva sopportato i suoi modi da abitante del Kansas (o di dovunque fosse).

Adesso BASTA.

Non poteva star lì ad aspettare tutta la vita una soluzione pacifica. Così non era una cosa importante??? Ah! I video.

Si avvicinò al registratore per guardare gli ultimi... stranamente non parlava più di quella ragazza e di quel Tsuequalcosa, perchè?

Che stava succedendo?

Voleva fregare a lui?

No, forse non aveva capito... nessuno poteva fregarlo, nessuno.
(...ed anche se fosse, non sarebbe restato in vita a lungo da poter essere ricordato come qualcuno...). Il tempo delle parole era finito, erano passati mesi ormai.

Uscì, diretto all'ufficio del direttore RDA.

Avrebbe tinto di rosso, quel blu nauseante... falso... e bugiardo come le splendide illusioni sole sanno essere!

.. ma sentì l'avviso di un messaggio indirizzato a lui e così, si fermò a leggerlo per qualche minuto.


Non era sempre stato così il generale Miles. Un tempo aveva amato. Aveva amato una persona falsa. Una donna che l'aveva persuaso di amarlo, ma che in realtà stava con lui soltanto perchè le faceva comodo. E lui era ingenuo.. proteggeva tutti, per questo si era fatto strada nell'esercito. Si fidava ciecamente dei suoi compagni ed ancor più di chi amava.

Ma che c'è da dire? E' la solita storia.

Adesso quella donna lo aveva minacciato. Lui aveva fatto delle follie per lei, che l'esercito non consentiva.. e lei avrebbe riferito tutto, se lui non avesse interrotto la richiesta di divorzio. Quale richiesta ridicola, dopo mesi e mesi di silenzio... ma con chi credeva di aver a che fare.. quella donna? Credeva forse che lui fosse una persona triste e sola, che avesse paura della solitudine? Lui era nato solo, lo era sempre stato. Non era la solitudine a spaventarlo, ma i nemici che non si possono uccidere. La falsità. La crudeltà delle persone. Da giovane il mondo era diviso in nemici ed amici.. ma adesso anche gli amici erano falsi, erano nemici invisibili e la cosa lo mandava in confusione.

Eppure.. eppure.......... lo stomaco ribolliva, le tempie scoppiavano..... eppure.

Eh, si.. eppure.

Eppure lui non avrebbe fatto niente contro di lei. Mai. Mai in tutta la sua vita avrebbe fatto una cosa simile. Per la prima volta nella sua vita avrebbe seguito il consiglio che gli aveva dato quel tizio, quello con cui aveva parlato.. il suo compagno d'armi... avrebbe sopportato impassibile. Non avrebbe piu' permesso a quella donna di vincere. Alla falsità di vincere. Se voleva continuare la salita al potere, purtroppo doveva imparare a combattere anche questi nemici invisibili.. o non avrebbe mai lasciato il semplice rango di colonnello.

Era ora di evolversi.

Ed a proposito di nemici invisibili.. quel Jake.. poteva essere uno di loro... era tempo di controllare che cosa stava succedendo su Pandora.


- Flashback -.

Jake aveva in mano la lettera dell'esercito. La guardava come se fosse fuoco vivo, ma erano i suoi occhi a bruciare. Era disabile e solo. Solo.

Suo padre era morto anni prima, di malattia. Una malattia che si era estesa in modo fulimante. Erano passati anni da allora, mesi e mesi quanta la polvere su quella città... eppure ogni volta, il suo pensiero correva lì. Ogni volta che era spaventato, triste, solo e poteva contare solo sulle sue forze, Jake.. si, anche Jake chiamava suo padre, nella sua mente... e quella debolezza lo faceva piangere silenziosamente. Il lento atroce dolore del silenzio.

La sedia a rotelle, come se non bastasse, aveva iniziato a rovinarsi e proprio in quel momento, si era rotta una stecca. Dannazione! Si fece male tentando di aggiustarla e buttò la lettera per terra.

Chi aveva sulla Terra? Chi c'era lì per lui? L'appartamento era buio.

Un sorriso amaro si dipinse sul suo viso, sua madre anche lei non c'era piu'. Era ancora viva, ma non si poteva piu' chiamare madre. Quante volte gli era capitato di chiederle aiuto, almeno durante la convalescenza o di aspettarsi un minimo aiuto, un gesto d'affetto. Ricordava solo stizza, così tanta che pareva fosse sempre sul punto di strozzarsi... ed adesso, dov'era? Era andata via.

Ricordava ancora quel giorno, in cui le bugie durate mesi crollarono come castelli di carta. Anche quel giorno, lasciò un segno... uno indelebile nel cuore. Aveva imparato a non chiederle aiuto, ma purtroppo... non aveva imparato a non provare nulla per lei. 

Era andata via perchè non riusciva piu' a convivere pacificamente con suo fratello, ma ora lui era morto e Jake poteva andare su Pandora al suo posto e lei non c'era. Era piu' felice lì, a fingere di non avere una famiglia, ad accudire una cugina di 40 anni.

Jake si accorse di avere la maglietta sporca di sangue. Sangue... la mano... il taglio era piu' profondo del previsto, ma invece di curarla, restò a guardarla... come intontito.

La cruda verità lo colpì in pieno.

Era solo.

Non c'era nessuno a fasciargli la mano. Nemmeno la sua famiglia.

Chi mai aveva sulla Terra?

Suo padre era morto, sua madre non gli voleva bene. Suo fratello era morto. La sua ultima ex si era sposata ed aveva due figli, molto amati. Che cosa voleva trovare ancora lì?

Guardò la lettera per terra... e non pensò a niente, non formulò nessuna decisione.

Non era una lettera qualsiasi, era un regalo.

Sentì di essere fortunato, sentì quasi dentro di sè le voci di tutte le altre persone che come lui si sentivano sole al mondo, senza un rifugio in cui tornare, un posto da chiamare casa....

Chiuse gli occhi.... e quando li riaprì, non era lo stesso Jake di prima... era un Jake solo... un Jake che su questo mondo non aveva piu' niente da perdere e che avrebbe cercato la sua ragione di vita tra le lontane stelle blu. 


Il mondo era già finito e Jake non aveva potuto dire una parola. Il mondo era finito e non c'era nient'altro da dire.

Per quanto continuasse a guardare sua madre, non poteva vedere altro che un'estranea.

Il mondo era finito.

Era triste. Era stanco.

Era stanco di tutta quella cenere attorno a lui, poteva sentirne persino il gusto. Da quando suo padre era morto, il mondo era finito. Per quanto lavasse le sue mani, la cenere restava. Per quanto provasse a cambiare vestiti, ne restavano sempre intrisi.

Il mondo era finito e non c'era altro da dire, pensò Jake.. allontanandosi da quella casa. 

Da qualche parte, in lui stava già nascendo lenta una nuova forza, la libertà di lasciare la Terra come solo chi non ha piu' legami può fare. I lati negativi dei rapporti umani, erano scomparsi. Adesso poteva trarne solo vantaggio... ma faceva ancora male, la cenere l'avrebbe raggiunto col vento, sino a che glielo avrebbe permesso... ed oggi era troppo stanco per addentrarsi nella vita controvento, oggi... avrebbe solo contemplato la sua vita danzare nella cenere. 


Il criosonno durava circa sei anni, a questo Jake era pronto ed in ogni caso non sarebbe invecchiato. Si era sempre chiesto cosa voleva dire andare in coma... era come dormire? 
... O come svenire? E se fosse stato come morire?

Degluttì sospirando e disse di essere pronto ad i medici.


Di pomeriggio, perciò decisi di non restare a casa... sempre per evitare i contatti ed anche se il cielo non era dei migliori, decisi di uscire. Il mio amico non c'era oppure era impegnato, non ricordo bene.. alla fine però ho deciso di andare alla stazione e mentre ci stavo andando, mi sono ritrovato di fronte la ragazza di cui mi ha parlato molto ed un po' perchè stavo andando lì, un po' perchè ormai sapevo che mi avrebbe chiesto di seguirla, ho continuato ad andare in quella direzione. Come al solito però XD dopo un po' ho iniziato a sentirmi ridicolo, anche perchè mi aveva notato e mi guardava incuriosita.. e così ho deciso di svoltare vicino ai binari per andare nella nuova libreria che hanno aperto, però anche lei ha avuto la stessa idea! Che strano, ho pensato, vabbè, avrò più cose da riferire.

E così ho iniziato a guardare la libreria, che però si è rivelata essere molto piccola e per tre quarti piena di fucili strani, anche di sughero... ?! Così ho pensato di chiedere qualcosa che di sicuro mancava, cioè il reparto fantascienza, perchè iniziavo a sentirmi un po' in soggezione, anche perchè eravamo gli unici clienti: un ragazzo che da uno sguardo sconsolato alla merce, una ragazza che guarda il ragazzo ed il commesso che guarda entrambi xD ... però il reparto di fantascienza c'era!!! Ed il commesso si avvicina per mostrarmi un libro, sotto gli occhi di questa ragazza sempre piu' incuriosita.. mentre il cellulare inizia a pesare in tasca, il mio amico si starà chiedendo che cosa sta facendo, perchè non glielo dico, che cosa mi è sembrato che stesse pensando e cose del genere. Il libro è l'Accademia dei sogni di William Gibson, con una copertina nuova ed orribile... mi dice che è il libro di un autore fantastico ed io rispondo entusiasta che è il mio scrittore preferito, però l'ho già letto.

Insomma, finalmente riesco a trovare una scusa per andarmene e riferire tutto al mio amico, lasciando da parte l'imbarazzo di un possibile suo interessamento alla fantascienza, quando mi accorgo che non posso andare lontano :-/ perchè ha iniziato a piovere e non ho l'ombrello... e questa ragazza esce pure lei ed ad un certo punto dice al cellulare che non ha due ombrelli, io penso che sia una scenetta idiota da fare, però effettivamente, se vado a casa sotto la pioggia, poi mi ammalo.. e poi non mi va di tornare a casa, perciò mi lascio convincere da uno spirito d'avventura che non ho e decido di aspettare che smetta di piovere dentro la libreria, che ci da ospitalità.

La libreria però si trasforma, acquisisce un piano e c'è anche una donna un po' anziana ed un nonnetto costretto a letto.. io apro la finestra e vedo la pioggia che lentamente si trasforma in neve. Un senso di sconforto mi pervade, prima potevo andare via anche con la pioggia, volendo.. ma con la neve?? Con la neve non si può. Che idea stupida ho avuto, penso... restare bloccato qui, con questa tipa con cui non dovrei nemmeno parlare ed il mio amico che sta morendo di curiosità, ma avrebbe potuto capire che stavo parlando con lui (se lo avessi chiamato al cellulare) e non mi pareva il caso di affrettare l'evoluzione delle cose. La donna si avvicina preoccupata, pensando che fosse il nonnetto che alzatosi, si era sporto troppo e così chiudo la finestra e la ragazza si riavvicina.

Poi il sogno cambia, come sempre.. come da un po' di tempo a questa parte. La neve diventa una bufera nordica, che con la città in cui abito adesso non c'entra nulla... ed ho stranamente la mia vecchia cavia peruviana qui con me, anche se prima non c'era e nella realtà ormai sono passati anni da quando era con me. La ragazza cambia, non è piu' quella di cui parla il mio amico, ma nel sogno ovviamente non me ne accorgo. Iniziamo a parlare di cose che non ricordo, come se andassimo molto d'accordo ed iniziamo ad accarezzare distrattamente la cavia anche perchè nel trasportino non ci sta comoda, ma si sente il suono deciso di campane e la bufera impazza là fuori... la cavia inizia a scalpitare e sfugge dalle carezze del ragazzo, si rintana vicino a me. Sta tremando e ha paura, chiude gli occhi e li riapre e trema. Gli sussurro di stare calmo, "Va tutto bene.. shhh... non avere paura.", dico che ci sono io lì vicino.. che sono solo le campane, che non sta succedendo niente... ma dopo un po', qualcos'altro succede.

Non è vero che va tutto bene, non ho idea di che cosa stia succedendo.. non ci sono chiese lì vicino, da dove vengono le campane? Perchè nevica a primavera, qui dove abito? Perchè parlo con quella sconosciuta?

E la cavia lascia il posto ad una persona con gli occhi grandi, di cui però non abbiamo paura (come se fosse normale che gli animali si possano trasformare in persone, come nei manga -.-') chiede a quella ragazzo se baciava sempre quell'uomo.. e nei suoi occhi si vedono immagini riflesse.. che non partono da immagini reali, si vedono appunto le immagini di una chiesa!!! E poi la visione prende vita, la vedo anche io... siamo nel passato, in Giappone.. stanno suonando le campane, perchè c'è una monaca che è stato affrancata dai voti, ma il suo tempio non è famoso e viene accusata di strani crimini.. forse c'è un uomo, ma non lo vedo e stanno per giustiziarla, ma lei lotterà... ad un certo punto non vedo piu' niente, perchè il dottore mi sveglia... e mi resta questo senso di inquietudine, di fatalità... più le grida di un uccello strano fuori dalla finestra.

"Benvenuto su Pandora. Come si sente?"
"..."
"E' pronto per questa nuova avventura?"

... le campane hanno suonato. La sua ex moglie.. era lei o no? Ed era lui... quell'uomo nell'ombra nel passato?

"Si sente bene?"

"Si, certo... vorrei un po' d'acqua."

"A volte durante il criosonno capita di sognare delle luci confuse, lei ha sognato qualcosa?"

"No, non ho.... non ho sognato niente, grazie. Ho solo sete." 


Aveva veramente sete... non era solo sete, il suo corpo stava letteralmente gridando il bisogno di dissetarsi. Gli pulsavano le tempie ed aveva la lingua gonfia, si sentiva debole.. non riusciva a pensare.. e la pelle era sensibilissima. L'atmosfera di Pandora era diversa, piu' umida... ma di un umido diverso da quello terrestre. Sentiva sulla pelle una sorta di coperta di seta, che non si poteva staccare, ma al tempo stesso rinfrescava.

Quale atroce tormento.

"Quanti anni sono che non bevo? Può per favore darmi un bicchiere d'acqua?"

"Si, certo.. scusi." 

Il dottore si assentò, possibile che gli fosse sfuggito qualcosa mentre dormiva? Come faceva a sapere quando si era interrotto il sogno? Molto probabilmente, già durante il criosonno. Cioè, insomma... ah.. sete.... che stava guardando mai quel medico? 

Guardò fuori dalla finestra... vedeva solo cose blu.

Sentiva che se non avesse bevuto, sarebbe svenuto... poi guardò le sue gambe. Gambe di animale, trapiantate perchè le sue non funzionavano piu'.

"Ah.."

Quanto odiava quelle gambe, quanto era razzista poi la gente... non solo aveva gambe di animale, ma era anche fermo su una sedia a rotelle. Oh............... odiava, odiava.. ODIAVAaAAA

"No. NNo.." - biascicò.

Dove diavolo sta la sua maledetta... acqua?!!!

"Pandora per.. iniziare di nuovo." - cercò di autoconvincersi, di sentire l'acqua nell'aria per iniziare a dissetarsi..

La pelle faceva quasi male però... che equipe medica era.. mai quella?

Le tempie gli pulsavano, suo malgrado.. stava per svenire


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