Una sinfonia adulta

E Final Fantasy XIII si può solo contemplare. Bello, bello, bello. All'inizio si fa fatica a distogliere l'attenzione dalle singole note (le molte citazioni interne alla saga, gli stereotipi fisici e caratteriali, le peculiarità dei capitoli passati ed innovazioni quasi dissacranti), ma pian piano inizia a comporsi la melodia e dopo il primo colpo di scena, è già troppo tardi.
Vi trovate col naso incollato allo schermo, a bocca aperta come è successo già tante volte. 


Magari non fate più il tifo per un solo personaggio, ma non ce n'è bisogno, adesso ciascuna voce è importante. Lightning ha solo 21 anni, ma è già delusa dalla vita, ha già deciso di chiudere in una scatola le sue emozioni ed ha già scelto chi essere e... Ha appena scoperto le prime conseguenze del suo punto di riferimento. Un lampo che appare e scompare, imprevedibile e potente, luminoso.. Ma è tutto qui. Nessuno si affida a lei, perché nessuno si aspetta che sia una persona che resta, che ascolta. Vanille che è ancora ingenua e piena di allegria, ma in modo quasi fastidioso ed esasperato... Solo dai suoi pensieri si capisce che infatti si cala a forza nel personaggio. Tormentata dai sensi di colpa e dal timore di fare del male, non può fare a meno di mentire per tenere a distanza gli altri ed al tempo stesso essere accettata da loro. In realtà è così sensibile da arrivare a spezzarsi... E che dire di Fang? Semplice e forte, trova che aiutare Vanille sia un motivo più che sufficiente per vivere, a costo di viaggiare per tutta Cocoon o distruggere mondi... così come pensa che gli altri si perdano in un bicchiere d'acqua. Tante personalità, tante esperienze che abbiamo ascoltato o vissuto e che rivediamo in un mondo irreale.... E Sazh che, pur essendo adulto, si trova a cambiare più volte idea sulla società. Viene colpito più duramente degli altri, perché avendo già creato il suo focolare di certezza e felicità, lo perde senza rimedio. Finisce anzi con l'essere invischiato in ciò che odia di più. Hope che è un normale ragazzino e non va d'accordo col padre, scoprirà che la distanza tra i due è data dalla sua eccessiva timidezza e dal carattere poco espansivo del genitore, nulla di insormontabile. Così Hope abbandona l'odio rancoroso soltanto quando si accorgerà di essere sopravvissuto sino ad essere protetto di nuovo, non da sua madre, ma proprio da Snow, Light e Fang... Ed in fondo è giusto così, perchè era solo un sistema di autodifesa. Lightning invece ha continuato per questa via, perché è diventata la sua seconda vita (tant'è che il suo nome di battaglia ha soppiantato il suo vero nome e resta sempre in divisa, anche nei giorni di congedo) e non più un modo istintivo di sopravvivere... sinché non si è rivista in Hope ed ha capito quanto l'odio renda ciechi ed imprudenti. Anche Snow diventa interessante più in là, privo di famiglia, sceglie di sposare proprio Sarah, la sorella di Light, che condivide con lui la speranza di creare una nuova famiglia. Non permetterà a nessuno di portargli via i suoi desideri.. E per questo rischia anche la vita.. Sino a rifiutarsi di lasciarla anche quando diventa un cristallo. Viene accusato dagli altri di lottare per egoismo, più che per amore e di rifiutarsi di guardare la realtà in faccia.. Ma in fondo, nessuno di loro può dirsi un eroe canonico.
Facciamoci caso...

Fang che si cala anima e corpo nell'obbiettivo di aiutare l'amica, senza memoria e famiglia, non saprebbe che altro fare. Lightning che combatte con tanta foga contro chiunque, in realtà senza un nemico si sente persa. Snow non vuole effettivamente ricominciare da zero, adesso che conosce l'amore corrisposto. Vanille combatte per ripagare gli altri di accettarla per via del suo inganno ed Hope apprezza sentirsi parte di qualcosa. Tutti loro però combattono anche per difendersi a vicenda e va da sé che non sono capaci di fare volontariamente del male, il che è molto più vicino alle nostre possibilità di persone comuni e reali, piuttosto che mettersi a fare gli eroi contro minacce impossibili, tipo uno psicopatico conquistatore del mondo etc.

In fondo questa storia è una bellissima metafora di vita. Siamo tutti bombe ad orologeria, ignari del nostro scopo nel mondo. Chi è troppo sensibile o non ha forza di volontà, può anche accorciare il processo.

Così questo gruppo di ragazzi giovani e grandi che girovaga senza meta, difendendosi con unghie e denti, affrontando problemi relazionali che altrimenti si sarebbero portati dietro per molto tempo ancora, sono proprio gli eroi che stavamo aspettando. Persone capaci di cambiare strada. Il loro comportamento è dettato da un mix di desideri e carattere e l'unica cosa che fa pensare, è perché venga spontaneo essere indulgenti proprio verso i personaggi con un'età più simile alla nostra, trovando stupidi o lontani gli altri...

Ma questa immagino che sia un'altra storia :)